Noto
«Andate a Noto, datemi retta. Vi arriverete in mezz’ora da Siracusa, con gli occhi ormai sazi di viste e visioni, ma vi baserà oltrepassare l’arco della borbonica Porta Ferdinandea, e già dovrete stropicciarveli ancora dinanzi al più glorioso trofeo di pietre che sia possibile immaginare. […] tutto, in verità, qui commuove e sorprende: entrate in una chiesa e vi scoprite un Laurana; imboccate a caso una via ed ecco sul capo vi sporgono balconi in ferro battuto, gonfi come seni, nelle cui mensole si arriccia e brulica un popolo di grifi, meduse, ghigni ridenti, chimere. Ne viene all’animo una letizia, la stessa che si prova a godersi da un palco reale un visibilio di artifizi e di luminarie. Solo che qui lo spettacolo non cessa mai.»
Gesualdo Bufalino
Definita la “capitale del Barocco siciliano” merita sicuramente una visita.
Fu ricostruita dopo il devastante terremoto del 1693 in una nuova posizione, più ampia e pianeggiante e le sue strade principali hanno l’orientamento est-ovest affinche la città fosse il più possibile illuminata dal sole.
Arrivando a Noto dal mare e quindi dalla villa comunale si staglierà Porta Reale, un arco di trionfo dell’800 che introduce nel centro storico.
La via che vi succede, Corso Vittorio Emanuele, è il cuore del centro storico di Noto, dove si affacciano le tre piazze principali: piazza dell’Immacolata, piazza municipio, contesa tra la Cattedrale di San Nicolò e palazzo Ducezio, e piazza XVI maggio.
Tra le tante vie da esplorare sicuramente non può mancare via Nicolaci con l’omonimo palazzo.
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